I Monumenti di Bevagna

Lungo le vie del borgo.

Le Testimonianza di una storia millenaria.

“Siamo ciò che portiamo dentro, pensieri, emozioni, sentimenti. Siamo il nostro passato, i nostri ricordi, la nostra storia. Siamo un’infinità di momenti vissuti, che ci hanno toccato, sfiorato, segnato… cambiato.”

 

La città è completamente circondata dalle sue mura di epoca medioevale scandite da torri quadrate, poligonali e cilindriche, che ricalcano in gran parte il tracciato delle mura di epoca romana. [cml_media_alt id='1177']Mura di Bevagna[/cml_media_alt] Si conservano 5 porte: Porta Cannara, o perugina o di S. Giovanni, con l’imponente torrione, realizzata anche con blocchi di recupero; la Porta Foligno, o Flaminia o di S. Vincenzo, dalla quale usciva il tratto urbano della grande consolare romana, restaurata nel 1797 e allargata negli anni ’60 del secolo scorso; Porta Todi, subito prima del ponte sul Clitunno, di cui restano le due ottocentesche casette del Dazio; [cml_media_alt id='1178']Caselle dei Dazi sul fiume Clitunno - Bevagna[/cml_media_alt] Porta Molini, di epoca medioevale, con il massiccio cassero fatto realizzare nel 1484 da Papa Innocenzo VIII; e Porta S. Agostino, ad unico fornice, anch’essa di epoca medioevale. E’ possibile percorrere l’intero tracciato murario che fa rivivere, in un suggestivo viaggio, l’eterno rapporto tra il borgo e il suo contado.

 

[cml_media_alt id='1179']chiesa si San Francesco Bevagna[/cml_media_alt]Nel punto più alto della città, a m. 225 s.l.m., si staglia la chiesa di S. Francesco con annesso convento, fondata nel 1275 su un precedente oratorio di S. Giovanni Battista.  La semplicità austera della facciata e del campanile contrasta con gli stucchi elaborati dell’interno ad una sola navata, completamente restaurato nel 1756. Si segnalano la cappella Ciccoli, con una Pietà di Ascensidonio Spacca (1560-1646) e la pietra dove S. Francesco avrebbe posato i piedi durante la Predica agli Uccelli, la cappella della Madonna di Loreto, del ‘500, forse su progetto di Galeazzo Alessi, dalla pregevole e insolita volta decorata da maioliche smaltate attribuite alla bottega toscana di Santi Buglione, ed una bella tela con “Immacolata, Trinità e Santi” sempre dello Spacca.

 

 

 

[cml_media_alt id='1180']Ambulacro Teatro Romano - Bevagna[/cml_media_alt]Dal vicolo, erroneamente denominato dell’anfiteatro, si entra nel tessuto urbano che, con l’andamento curvilineo delle case di epoca medioevale, denuncia la presenza del Teatro romano. Costruito nel I sec. d.C., con la sua cavea del diametro di 90 m. ca., doveva servire sicuramente anche le popolazioni vicine. Resti dell’ambulacro sottostante le gradinate della cavea sono visibili in due grandi ambienti privati.

 

 

[cml_media_alt id='1182']Mosaico delle Terme romane Bevagna[/cml_media_alt]Visibili fino al XVII secolo e riscoperte nel 1891, delle terme pubbliche della città romana resta il bellissimo pavimento della sala del frigidarium, conservato per l’intera superficie di mq 81. Con tecnica raffinatissima i mosaicisti, sicuramente non di origine locale, hanno rappresentato animali reali, polipi, aragoste e delfini, e fantastici come tritoni, cavalli e tori marini, ad “animare” il fondo della piscina. [cml_media_alt id='1181']Mosaico Terme romane Bevagna[/cml_media_alt]Completano la struttura parti di due ambienti riscaldati ad hypocaustum, il tepidarium ed il calidarium, e materiali architettonici dagli scavi. Le terme sono databili nel II sec. d.C.

 

[cml_media_alt id='1183']Tempio Romano - Bevagna[/cml_media_alt] Il tempio si è conservato perché trasformato nella ex chiesa della Madonna della Neve. Di epoca repubblicana (II sec. a.C.), conserva l’alto podio originariamente rivestito, le pareti complete della cella in blocchetti con ricorsi in mattoni con addossate semicolonne e lesene rivestite in stucco, a simulare una struttura completamente circondata da colonne marmoree.

 

Costruzione in stile tardo-barocco, del 1735. La semplice facciata, articolata dalle consuete linee sinuose, prepara alla ricchezza decorativa dell’interno con l’elegante cantoria lignea laccata e dorata della controfacciata, e la maestosa fronte dell’altare maggiore in stucco policromo, impreziosito dalla bella pala raffigurante la “Sacra Famiglia” di Etienne Parrocel del 1738. La chiesa è protagonista delle celebrazioni della Settimana Santa, con la statua lignea del Cristo Risorto (fine ‘500), portata a spalla nella suggestiva corsa della domenica di Pasqua.

[cml_media_alt id='1185']Santa maria Lurentia - Bevagna[/cml_media_alt]La facciata è decorata, dal grazioso portale romanico con altorilievo del ‘200 raffigurante una Madonna con Bambino. Ora la chiesa, di proprietà del Comune, è adibita a sala per mostre, conferenze e concerti.

 

 

[cml_media_alt id='1186']Palazzo Lepri - Bevagna[/cml_media_alt]Nell’ottocentesco palazzo Lepri, rifatto su disegno di Andrea Vici, si trovano le sale del Museo Civico. Tra i numerosi materiali antichi si segnalano le iscrizioni in lingua umbra, le urnette decorate, i frammenti di statue. Tra le opere di epoca successiva: le tele dei due maggiori pittori della citta, Ascensidonio Spacca detto il fantino di Bevagna (1560-1646), e Andrea Camassei (1602-1649); “l’Adorazione dei magi” attribuita a Corrado Giaquinto da Molfetta (1699-1756); la cassa lignea realizzata nel 1588 per conservare il corpo del Beato Giacomo Bianconi , con scene dei miracoli del veneratissimo monaco domenicano dipinte dallo stesso Fantino; e il modellino ligneo della chiesa della Madonna delle Grazie, realizzato nel 1583 dall’architetto perugino Valentino Martelli incaricato dell’opera.

 

 

[cml_media_alt id='1187']Chiesa San Domenico - Bevagna[/cml_media_alt]Sorta nel 1291 sul precedente oratorio di S. Giorgio, la chiesa è intitolata al Santo fondatore dell’ordine ed al veneratissimo frate Beato Giacomo Bianconi (1220-1301). Sulla facciata in travertino spicca l’ornato portale trecentesco in pietra rosa del Subasio, con lunetta decorata da una Madonna con Bambino, affresco di scuola fabrianese. L’interno ad unica navata, fu completamente rinnovato nel 1736. Tra le numerose opere conservate il sarcofago romano rilavorato che ha accolto il corpo del Beato subito dopo la morte, con tre vasi di miele scolpiti; dietro l’altare seicentesco Annunciazione ed episodi della vita di S. Domenico, affreschi del ‘300 di scuola giottesca; una “Madonna con Bambino”, statua lignea di inizio ‘300, ed un Crocifisso ligneo della fine del ‘200; tele di Ascensidonio Spacca e di Andrea Camassei. La chiesa è attualmente chiusa per restauro.Nel chiostro seicentesco del convento, ora albergo, si possono ripercorrere le tappe fondamentali della vita del Beato Giacomo attraverso le 26 lunette affrescate nel 1640 dal pittore Giovan Battista Pacetti detto lo Sguazzino, di Città di Castello.

La piazza fu definita da B. Berenson “la più bella delle piazze minori d’Italia”. Chi vi entra si trova subito immerso in uno spazio di vita medioevale, in cui la mirabile, armonica mancanza di simmetria fa individuare scorci sempre diversi e assolutamente personali. [cml_media_alt id='1035']Piazza Filippo Silvestri[/cml_media_alt]
Da una parte la mole squadrata del Palazzo dei Consoli, del 1270, realizzato in blocchi di travertino, con logge a sesto acuto a piano terra, due ordini di bifore ed un’ampia scalinata che conduce all’interno, dove oggi è il Teatro F. Torti (vedi oltre).
Un voltone del 1560 lo unisce alla chiesa di S. Silvestro, gioiello di architettura romanica. La facciata, incompiuta, presenta il bel portale d’ingresso decorato da tralci di vite, con a destra l’iscrizione che ne celebra orgogliosamente l’anno di fondazione, il 1195, l’imperatore regnante, Enrico VI, padre di Federico II, ed il mastro-costruttore Binello; sopra una bella trifora realizzata con marmi romani rilavorati e due bifore ai lati; infine un cornicione con teste di animali e scene di caccia. L’interno è austero, con tre navate divise da tozze colonne, presbiterio sopraelevato e cripta a tre navate, con grosse colonne di cui una di reimpiego con capitello corinzio. [cml_media_alt id='1028']Piazza Filippo Silvestri[/cml_media_alt]
Di fronte è la gemella chiesa di S. Michele Arcangelo, opera dei mastri Binello e Rodolfo, come recita l’iscrizione sulla sinistra del portale. Della facciata, frutto nella parte superiore del restauro novecentesco, è notevole il portale, decorato da una fascia a girali d’acanto ed una a mosaici di tipo cosmatesco, S. Michele che uccide il drago a sinistra ed un angelo con cartiglio a destra, con gli stipiti costituiti da una bella cornice romana riadattata. Ai lati le trifore e sopra una cornice di archetti pensili. Il massiccio campanile è posteriore. L’interno è imponente, con le tre navate divise da colonne, presbiterio sopraelevato e cripta a quattro navate. Nella navata destra si segnalano la statua in argento di S. Vincenzo (1785), e la cappella Spetia, dedicata alla Madonna del Carmine, costruita nel ‘400 e decorata nel 1625 dal giovane Andrea Camassei.

 

 

[cml_media_alt id='1025']Teatro Francesco Torti - Bevagna[/cml_media_alt]L’antico Palazzo dei Consoli, emblema del potere civile della Bevagna medievale, in seguito al terremoto del 1832, dopo un lungo periodo di chiusura e abbandono, rinasce a nuova vita cambiando totalmente funzione. Fortemente voluto dagli stessi bevanati che si costituiscono in comitato ed insieme al Municipio, che ne manterrà la proprietà, finanziano il progetto per la costruzione di un nuovo teatro della città.
Inaugurato il 28 agosto 1886 dalla città in festa che in attesa dello spettacolo ammira rapita il suo nuovo teatro. La sala, l’atrio, il ridotto, e ancora gli affreschi di pittori alla moda come Domenico Bruschi e Mariano Piervittori. Il Teatro Francesco Torti è stato e continua ad essere il fulcro della vita culturale della città, i concerti, l’opera, i veglioni, il teatro ma anche gli eventi, gli ospiti, l’intrattenimento, i riti ufficiali della comunità, dove ci si ritrova, ci si commuove, si festeggia insieme.

Della fondazione trecentesca resta l’abside. La semplice facciata è abbellita da una Madonna con Bambino e angeli ad affresco del ‘400. L’interno ad unica navata è stato restaurato grazie all’impegno di don Aldo Giovannelli. Sono così venuti alla luce interessantissimi affreschi, splendidi testimoni della devozione di secoli. Sulla parete destra una Madonna con Bambino e Santi di scuola peruginesca, ed una Madonna della Rondinella del ‘500. Nella parete sinistra una Annunciazione di scuola giottesca con San Cristoforo. Nel presbiterio affreschi del ‘400.