La Storia di Bevagna

Cenni Storici su Bevagna: dagli Umbri all’oggi

La città antica, come l’attuale, sorgeva su un lieve risalto della Valle Umbra, circondata su tre lati dai corsi d’acqua del Tinia e del Clitunno. Capitale politica e religiosa del popolo degli Umbri, Mevania è infatti al centro di  un “sistema” di vie d’acqua e di terra,  tra santuari grandi e piccoli, che ne fanno il perno anche commerciale dell’intera Valle.

bevagna veduta

L’apertura, intorno al 220 a. C., della via consolare Flaminia, che ne costituisce il decumano maximo (attuale corso Amendola-Matteotti) la pone in diretta comunicazione con Roma. Il cosiddetto ”Trivio”, punto d’incontro tra il decumano ed il cardo maximo (attuale direttrice via Crescimbeni-via S. Margherita) individua il foro della città romana, che dal 90 a.C. diviene municipium, ascritta alla tribù Aemilia.

Dal III sec. d.C. inizia un lungo periodo di decadenza. Entrata nell’orbita del Ducato Longobardo di Spoleto (da cui il termine Gaite  ad indicare i quartieri), dopo la conquista franca la città è dal 1187 libero Comune governato dai Consoli, e risente delle lotte tra Papato e Impero. Il fulcro dell’insediamento medioevale si sposta nell’odierna piazza Silvestri, gioiello di architettura con le due chiese romaniche ed il palazzo comunale. Nel corso del ‘200 gli ordini mendicanti, Francescani, Domenicani ed Agostiniani, si inseriscono nel tessuto edilizio con le loro chiese. Nel 1371 ha inizio la Signoria dei Trinci, che la governeranno fino al 1439.

La bonifica delle pianure, avviata nel corso del XV sec., non dà sostanziale impulso all’economia agricola bevanate, incentrata soprattutto sulla coltivazione e lavorazione della canapa. Dal 1554 al 1860 la città passa definitivamente sotto il dominio della Chiesa di Roma. Gli interventi di edilizia privata del XVII e XVIII secolo danno al borgo l’aspetto odierno.

Nel 1825 riceve da Leone XII il titolo di città e poco dopo, nel 1832, viene danneggiata dal terremoto.

Rimasta sostanzialmente in posizione marginale dal punto di vista economico, negli ultimi 20 anni la città ha scoperto una nuova vocazione turistica divenendo, con i suoi prodotti d’eccellenza (vino e olio su tutti), l’intatta atmosfera medioevale e la varietà delle strutture ricettive, simbolo di una vita serena e semplice, oasi di pace e bellezza, lontana dagli eccessi della modernità.